Giornata difficile per la Banca Carige. A dir poco convulsa. In mattinata c’è stata la visita nei palazzi di Bankitalia del presidente, Cesare Castelbarco Albani, e dell’amministratore delegato, Piero Montani, entrambi chiamati a rapporto dalla Vigilanza.
Durante l’incontro, considerato dai vertici come un incontro «di natura ordinaria e di ampio spettro», il vertice dell’istituto avrebbe confermato l’intenzione di approvare la ricapitalizzazione sino a 800 milioni chiesta con urgenza da Via Nazionale e che Carige si è impegnata a deliberare entro la fine del prossimo mese.
Le considerazioni della Vigilanza saranno condotte all’attenzione del Cda della banca chiamato domani a esaminare la domanda di convocazione dell’assemblea straordinaria, per la quale la Fondazione ha formulato una duplice proposta che sembra lasciare a Carige la possibilità di selezionare tra un rinvio vero e proprio dell’esercizio della delega e l’esecuzione a giugno dell’incremento; quest’ultima soluzione si configura come una “concessione” a Montani in quanto, nella peggiore delle ipotesi, si tradurrebbe in uno slittamento di poche settimane dell’avvio dell’aumento rispetto ai piani dalla banca.
Proprio su questa linea di compromesso si è consumato lo strappo tra Momigliano e i consiglieri Alpa e D’Angelo: come detto, l’accusa rivolta al presidente è di non avere difeso a sufficienza l’ente, come accaduto invece a Siena, e di non aver imposto che l’aumento fosse preceduto dalle dismissioni delle compagnie assicurative così da ridurre il fabbisogno di capitale di Carige e dunque la diluizione della Fondazione. È possibile che domani si parli anche di questo nel Cda convocato da Momigliano per fare il punto della situazione dopo il consiglio di Carige.