ING Direct è passata da pochissimo tempo al V-PAY in via esclusiva, abbandonando per sempre il circuito bancomat. Indagando sul nuovo circuito si scopre così che il V-PAY è super diffuso, molto più di quello che si può pensare. Ecco i numeri dell’indagine di Visa Europe che è titolare del prodotto.
Il V-PAY ormai rappresenta una fetta consistente del segmento delle carte di debito. I numeri del fenomeno creditizio sono molto interessanti: le carte contraddistinte dal marchio V-PAY sono 7 milioni ed entro la fine dell’anno si raggiungeranno punte di 9 milioni di carte in circolazione nel mondo. Molte di queste sono in Italia dove il V-PAY è una realtà crescente anche negli istituti bancari nostrani.
> Carta bancomat Maestro di Unicredit
Questo tipo di carte è accettato in circa 40 mila sportelli automatici di prelievo di contanti. È vero che comunemente li chiamiamo bancomat ma sappiamo tutti che ci si riferisce a strumenti di tutti e due i tipi. Anche gli esercizi commerciali si sono dotati di POS abilitati ai pagamenti contactless, cioè che avvengono tramite una carta che si avvicina ad un terminale senza dover inserire un codice.
In più in questi giorni, sempre in relazione al V-PAY, si prende atto del fatto che in 8 anni dal lancio di questo strumento in Italia non è stata registrata alcuna frode. Questo è possibile soprattutto per la struttura fisica del prodotto: un chip e non una banda magnetica, più il PIN che evita di correre i rischi della carta di credito. La scelta di VISA è legata alla volontà di aiutare le banche nella transizione verso il mercato degli strumenti di pagamento più uniforme a livello europeo.