Il mobbing è una condizione sempre più diffusa in Italia, ma non sempre i lavoratori che ne sono vittime riconoscono questa forma di vessazione nei loro confronti come tale e, quindi, non mettono in atto le giuste strategie per difendersi.
Le principali cause di mobbing, che può essere messo in atto sia dal datore di lavoro, che da un superiore che, ancora, dai colleghi stessi, sono delle forme di gelosia nei confronti del lavoratore che portano alla manifestazione di comportamenti vessatori nei suoi confronti con il chiaro intento di eliminare il lavoratore dalla realtà aziendale tramite il suo licenziamento.
Nella maggior parte dei casi il mobbing viene messo in atto come forma, ovviamente non sana, di competizione, che si dovrebbe risolvere, nelle intenzioni di chi la mette in pratica, con il licenziamento del lavoratore da parte del datore di lavoro o con le dimissioni spontanee del lavoratore.
Ma sul lavoratore il mobbing può avere delle conseguenze diverse come la comparsa di problemi psichici o di disturbi psicosomatici che possono sfociare nella depressione e, nei casi più gravi, nel suicidio del l lavoratore vittima di mobbing.
► Le principali forme di manifestazione del mobbing
Solitamente i lavoratori maggiormente soggetti al mobbing appartengono a due categorie molto distanti tra di loro: da un lato ci sono i nuovi assunti, in modo particolare se sono in una condizione di precariato, e, dall’altro, i lavoratori più dotati o quelli che godono di una ottima reputazione nei confronti dei datori di lavoro.