Non sono incoraggianti i dati diffusi dal 9 ° Censimento ISTAT in merito all’Industria e ai Servizi, nel Convegno “Check up delle imprese italiane” di Milano, che ha descritto l’evoluzione del lavoro nelle imprese italiane in dieci anni (2001-2011).Il sistema imprenditoriale italiano è ancora contraddistinto da piccole aziende, con modelli di governance semplificata, come imprese familiari, gestione accentrata, nessuna formazione per i dipendenti, strategie aziendali sbagliate, sforzi di internazionalizzazione solo nelle realtà di grandi dimensioni.
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Continua a prevalere la tipologia familiare dove il socio principale è nel 94,8% delle microimprese fino a 9 addetti, una persona fisica, nell’83,9% delle piccole imprese con 10-49 addetti, nel 54,2% delle medie con 50-249 addetti e resta alta (25,3%) anche nelle grandi (oltre i 250 dipendenti). Le imprese con socio estero è del 3% per le imprese fino a 49 addetti, all’8,3% per quelle di media dimensione (50-249 addetti) e al 17,3% per le grandi. Le partnership interessano l’11% delle imprese, con valori molto bassi nelle microimprese (6,7%) e nelle piccole (23,4%), mentre nelle medie imprese l’incidenza sale notevolmente, al 60,1%.
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La tipologia di proprietà incide sulla gestione, dove prevale una conduzione diretta da membri della famiglia proprietaria. Insufficiente la presenza di manager esterni nella microimprese, al 3,2%, si va al 10,1% nelle piccole imprese, al 22,4% per le medie dimensioni e si arriva al 40% sopra i 250 addetti. La maggioranza (70,5%) negli ultimi anni ha mantenuto la propria quota di mercato. Un 6% deve ridimensionare la propria attività.