Sul Jobs Act la Cgil rimane critica, ma per la prima volta da oltre un anno, il segretario generale Susanna Camusso strizza l’occhio al Governo renzi.
“Con i decreti attuativi qualche serio passo avanti si è fatto sul tema della conciliazione”, mentre elementi “in parte positivi sono i temi della cassa integrazione e degli ammortizzatori, anche se siamo ancora in un sistema che in realtà non comprende tutta quella parte del mondo del lavoro precaria, parasubordinata, fintamente autonoma che si trova di fronte di nuovo di fronte a una divisione tra diritto e impossibilità degli accessi”.
Per Camusso, però, i decreti sulla conciliazione “non sciolgono il nodo vero, cioè come si possa allargare a tutte le forme di lavoro. Non solo: c’è un contraltare sull’unicità del sistema assicurativo, che sarà un altro tema che proponiamo con le questioni previdenziali”. La Cgil aspetta di vedere i “i decreti legislativi sul tema della cassa integrazione e degli ammortizzatori, perché è una cosa che in parte è positiva. L’allungamento dell’indennità di disoccupazione è il criterio al netto che ci auguriamo abbia risolto il problema delle stagionalità, dell’accesso alle indennità di disoccupazione ai lavoratori stagionali o temporanei. Anche se qui si dovranno vedere proprio le formulazioni tecniche”.
Nel complesso, tuttavia, il giudizio del sindacato sulla riforma resta negativo “perché il progetto non era di investimento in termini di qualità del lavoro, ma di una sua riduzione” anche perché “abbiamo avuto la conferma che in realtà non si è intervenuti a ridurre le tipologie contrattuali e siamo di fronte a un sistema che ha indebolito” il lavoro.
Soddisfatta, invece, la Cisl che sottolinea l’allungamento dei congedi parentali e della Cig, mentre la Corte dei Conti dice: “Il governo sta andando in un percorso che noi potremmo ritenere condivisibile”. “Decreti complessivamente positivi” per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che poi aggiunge: “Il Jobs Act non deve essere utilizzato per precarizzare il lavoro”.