Durante la scorsa notte è stato trovato l’accordo quadro per il piano del taglio dei costi del personale Mps. Il Piano riguardante i dipendenti del Monte dei Paschi di Siena è previsto dal piano industriale.
I sindacati Fabi e Fiba di Cisl, i sindacati Ugl e Uil hanno firmato l’intesa. La notizia è che Cgil/Fisac ha invece rifiutato di firmare, considerando ‘inaccettabile’ la proposta. Tra i ‘si’ anche Dircrdito, Sinfub e Unisin.
Soltanto il 55% degli iscritti al Sindacato, dunque, ha firmato l’accordo, così come solo la metà dei lavoratori della banca toscana lo ha accettato. Dati che parlano chiaro.
In base all’intesa queste sono le modifiche attuate al piano:
– 1100 esternanizzazioni e non più 2.360 inizialmente – – – Sarà attivato un fondo di solidarietà per l’esodo agevbolato di quasi un migliaio di altri dipendenti.
– 1000 lavoratori usciranno da Monte dei Paschi entro il 31 dicembre 2017. A loro disposizione ci sarà un fondo di sostegno al reddito, interamente finanziato dai lavoratori.
Perché Fisac/Cgil non ha firmato l’accordo?
Secondo il Sindacato i dipendenti che allo scadere dell’anno 2012 hanno maturato il diritto alla pensione sono obbligati ad uscire da Monte dei Paschi. Un esodo ‘obbligatorio’, frutto della poca disponibilità della Banca senese a trovare alternative economiche che, secondo Cgil, sono possibili. Possibili alternative che il sindacato aveva offerto e che l’azienda ha rigettato.
Per Cgil quello di Mps è un duro attacco alle modalità di contrattazione integrativa aziendale.
Nel frattempo, oggi, il Consiglio di Amministrazione del Monte dei Paschi esaminerà d’accordo e valuterà l’intesa sul taglio dei costi del personale.