La revisione del sistema tributario degli immobili italiani non sembra ancora avere trovato il suo assetto definitivo, almeno fino a quando non verranno esaminati dal Senato tutti gli emendamenti presentati in seno alla Legge di Stabilità finanziaria per il 2014. Per la cronaca, se ne contano già più di tremila.
> Tra le imposte comunali del dopo IMU arriva anche il TUC
Ma tra gli ultimi emendamenti presentati vi sono anche ulteriori novità per il dopo IMU. Anzi, in sostituzione dell’imposta municipale unica e della più nuova Trise, è da poco comparso anche il nuovo TUC, il Tributo Unico Comunale, di cui in questo post cercheremo di capire il funzionamento.
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Il Tributo Unico Comunale – TUC – dovrebbe porsi in sostituzione della Trise, che era composta a sua volta da altre due tasse, la Tasi e la Tari, e dell’IMU.
Il suo importo massimo potrà arrivare al 10,6 per mille della rendita catastale e con questo importo verranno coperti non solo oneri prettamente immobiliari, ma anche quei servizi indivisibili erogati dai Comuni come l’illuminazione stradale, la pubblica sicurezza e la manutenzione delle strade.
Proprio per questo motivo, infatti, anche il TUC sarà composto da due componenti, come la Trise. La prima componente è quella immobiliare dell’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, a cui sarà unita la vecchia IMU. La seconda componente sarà invece quella relativa ai servizi indivisibili.
L’aliquota del TUC, che non riguarderebbe ad ogni modo le prime case, dovrebbe essere così composta:
- un 8,1 per mille pagato dai proprietari
- un 1,5 per mille dovuto invece dagli utilizzatori, accresciuto di un altro 1 per mille dai proprietari stessi.