Che cos’è il libretto di risparmio
Tutti i risparmiatori italiani hanno, dal punto di vista finanziario, almeno una esigenza specifica: quella di depositare in un luogo sicuro i propri risparmi, affidandoli ad una banca o ad un altro istituto di credito, che, a fronte delle “presa in custodia” delle somme conferite, può corrispondere ai clienti un interesse proporzionale al tempo di affidamento. In questo caso il deposito diventa remunerato.
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Tra i prodotti finanziari a disposizione dei consumatori che manifestano questa esigenza specifica vi è il cosiddetto libretto di risparmio. L’espressione libretto di risparmio dovrebbe definire, in realtà, il solo libretto cartaceo concesso a supporto dell’apertura del prodotto finanziario sottostante, chiamato deposito a risparmio. Ma nella lingua di tutti i giorni l’espressione libretto di risparmio – LdR – ha ormai sostituito quella di deposito a risparmio – DdR, che viene usata solo per comunicazioni di tipo più tecnico.
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La principale caratteristica che contraddistingue il libretto di risparmio da un altro tipo di prodotto finanziario, come ad esempio, il conto corrente, è la sua operatività piuttosto limitata. Un libretto di risparmio permette infatti al titolare di eseguire solo delle operazioni di base, come
- i prelevamenti
- i versamenti
- l’accredito di eventuali assegni
- l’accredito della pensione.
Una seconda caratteristica dei libretti di risparmio è poi quella di non poter mai ed in alcun modo avere un saldo negativo. La disponibilità di un libretto di risparmio è sempre pari a quanto versato e non è mai possibile andare in rosso, cioè avere un saldo debitore.