Si può cambiare conto corrente stracciando il contratto stipulato con la propria banca dopo aver inviato la comunicazione all’istituto di credito che emette il servizio. Fino a qui, ci siamo.
A tal proposito, però, spesso e volentieri si incorre nel rischio di finire in spiacevoli inconvenienti connessi ai costi di gestione che restano il più delle volte sconosciuti al cliente.
Cosa si intende per costi di gestione? Quali sono? Come possiamo evitare le brutte sorprese alla chiusura del conto?
I costi di gestione sono molteplici. Quelli principali, tuttavia, sono:
– Redazione e invio di estratti conto.
– Costi per bonifici, gestione Titoli, uso del Bancomat.
– Commissioni di Massimo Scoperto (interessi passivi).
– Spese per pagamenti e ricariche.
Il pagamento delle spese in questione, addebitate mensilmente o trimestralmente, in base all’istituto di credito vengono sempre calcolate al momento della chiusura e il loro importo non è mai standardizzabile.
Può succedere che la banca stabilisca un forfait di spese gonfiate che vanno a danno del cliente.
Per queste ragioni è altamente consigliato chiedere un aiuto da un consulente competente.
La cosa certa è che tutti i titolari di c/c per estinguere il conto dovranno sborsare:
– Spese inerenti alla gestione del conto per l’ultimo trimestre (o periodo calcolato).
– Bollo per l’invio dell’ultimo estratto conto.In questo caso il consiglio e’ quello di farsi seguire da un consulente di fiducia.