E’ un evento! E’ la prima volta che una grande azienda locata in Cina permetterà agli operai di eleggere i propri rappresentanti sindacali.
Per l’universo del lavoro cinese si tratta senza dubbio di una svolta storica.
Un caso raro, che in qualche modo coinvolge tutto il mondo. Il gruppo asiatico che ha deciso di dire “sì” al sindacato è la Foxconn, l’azienda più grande del mondo, la quale vanta oltre 1,2 milioni di dipendenti solo in Cina. La “caduta del muro” anti-sindacale nella seconda economia globale, in allarme per la diminuzione senza precedenti della forza-lavoro, oltre che per piccole e medie imprese nazionali, dichiara di voler portare enormi cambiamenti anche per le multinazionali, le quali assieme ai bassi costi produttivi per trent’anni hanno dovuto fare i conti sull’assenza di conflittualità sindacale.
L’annuncio di prossime elezioni dei rappresentanti dei lavoratori alla Foxconn è stato anticipato in maniera ufficiosa da tre dirigenti del colosso con sede in Taiwan, primo produttore mondiale di elettronica per conto terzi.
Tra i suoi brand menzioniamo Apple, Sony, Nokia, Dell e i marchi di maggior successo di telefonia e computer.
Una volta trascorse le ferie previste per il capodanno lunare cinese, verso metà febbraio, all’interno degli stabilimenti Foxconn inizieranno i corsi per spiegare agli operai come e perché potranno eleggere liberamente, e a scrutinio segreto, i propri sindacalisti.