Cina, i dati macroeconomici rallentano le Borse europee

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I dati macroeconomici sulla Cina, resi pubblici durante il week-end, non sono piaciuti agli investitori, che fanno partire le vendite sui mercati asiatici.

Andamento problematico anche nel Vecchio Continente, dove le Borse europee chiudono in rosso con l’eccezione di Francoforte che si salva a +0,08%: Milano peggiora nel finale per chiudere a -0,96%, Londra lima lo 0,54%, mentre Parigi cede lo 0,67%.

Wall Street, dopo una settimana di recuperi con il Dow Jones alla miglior performance da marzo, riparte incerta: alla chiusura delle Borse Ue il Dow Jones indietreggia dello 0,4%, mentre, lo S&P500 e il Nasdaq sono in ribasso allineati al -0,5%.

Passa per il momento in secondo piano l’attesa per la riunione della Federal Reserve di mercoledì e giovedì prossimi, con l’incognita del rialzo o meno dei tassi d’interesse: una mossa che manca ormai da quasi dieci anni. La spaccatura in senso al Fomc, il braccio di politica monetaria, esiste: come accaduto alla Bce al tempo di lanciare il Quantitative easing, anche gli otto membri della Banca centra Usa hanno inclinazioni da ‘falco’ o da ‘colomba’. La partita è quanto mai incerta: la solidità della ripresa Usa e del mercato del lavoro lasciano propendere per una stretta alla politica monetaria (seppur minima), mentre le turbolenze finanziarie legate alla Cina e il rischio che i Paesi emergenti vengano travolti da una fuga di capitali, oltre che abbiano difficoltà a ripagare il loro debito in dollari, spingono per la cautela.

Le vendite si sono dunque concentrate in Cina, dove Shanghai ha registrato la performance peggiore da tre settimane per poi chiudere a -2,67%. Vero e proprio crollo per Shenzhen, con l’indice in calo del 6,55%.

 

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