A seguito delle cifre relative al crollo delle esportazioni a marzo del 14,6% su base annua, un altro dato conferma in via del tutto ufficiale il rallentamento della prestigiosa economia cinese.
Il prodotto interno lordo durante il primo trimestre è cresciuto su base annua del 7% (in linea con le previsioni del governo per tutto il 2015), in calo ulteriore in confronto al 7,3% dell’ultimo trimestre del 2014. Si tratta del dato peggiore degli ultimi sei anni, da quando nel primo trimestre del 2009, in piena crisi globale, la Cina crebbe solo del 6,6%.
Senza dubbio siamo dinanzi a un dato alquanto preoccupante per i mercati. Quella della Cina è un’economia che può essere a tutti gli effetti considerata una potenza mondiale. Il business delle aziende cinesi si sta rapidamente espandendo in virtù di acquisti mirati e importanti in tutto il globo. Basti pensare alle trattative tra ChemChina e Pirelli.
Occorre dunque prestare attenzione a questa situazione.
Rispetto al precedente trimestre, l’incremento è stato dell’1,3% leggermente inferiore alle attese, che prevedevano un +1,4%.
La crescita industriale ha subito una forte contrazione. Su base annua a marzo è aumentata solo del 5,6%, molto meno del 10,9% previsto. Le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento del 10,2% contro un 10,9% atteso. A frenare la crescita sono state la sovracapacità produttiva dell’industria pesante e la crisi del mercato immobiliare.
Secondo Xie Dongming, di Ocbc Bank, “c’è il rischio che la crescita della Cina scenda sotto il 7% e penso che vedremo nuove misure di allentamento nel secondo trimestre”.
Alle ore 8 la borsa di Shanghai cedeva lo 0,37%, mentre quella di Hong Kong saliva dello 0,10%: Tokyo ha chiuso in calo dello 0,22% a 19.869 punti.