Si sta avendo una una compatta fuga dei fondi dalla Cina. A questo punto è lampante per tutti che la seconda economia mondiale sarà soggetta ad un brusco raallentamento. Nei primi due mesi del 2014, investimenti, vendite al dettaglio e produzione sono calati sui minimi. Un risultato debole che alimenta lo spettro di un più profondo rallentamento del paese.
Una serie di banche, in prima linea JP Morgan e Bank of America, ha rivisto al ribasso le previsioni della crescita cinese al 7,2% da un range compreso tra il 7,4 e il 7,6%. Altra notizia che ha creato scompiglio nei mercati è stata la decisione della banca centrale cinese di interrompere alcuni tipi di pagamento elettronici.
> Le borse influenzate dal rallentamento in Cina e dalla svalutazione delle monete dei Paesi emergenti
Sono state bloccate sono le operazioni effettuate con le carte di credito virtuali di Alipay e Tencent. “Non c’è più dubbio che l’economia cinese attraverserà un rallentamento strutturale”, ha dichiarato a Bloomberg Matthew Sherwood. “Gli investitori stanno esprimendo la loro frustrazione vendendo titoli azionari e riducendo la loro esposizione dopo un rally molto buono che si è protratto per sei settimane”.
> Anche l’economia USA pronta al rallentamento
È aperta la caccia agli asset rifugio, come oro, yen e bond governativi meno rischiosi, tra cui i Treasuries Usa. Intanto l’Ucraina è ormai prossima al fallimento. Un miliardo di prestiti sono a rischio: con molta probabilità le linee di credito accordate non saranno approvate nelle prossime settimane. Il tasso legato ai credit default swaps a cinque anni della Russia è salito di 11 punti base, avvicinandosi all’area di 248 punti base. Il debito sovrano russo denominato in dollari, con scadenza 2043, ha ceduto 1,4 punti a quota 94,255, il minimo da settembre 2013.