Il TAR del Lazio, entro l’estate se tutto dovesse andare come previsto, potrebbe dover dare un’opinione sulla Class Action che ha attivato il Comitato Opzione Donna, insoddisfatto della copertura normativa riguardo il pensionamento delle donne che hanno almeno 57 anni di età e 35 anni di contributi.
La legge numero 243 del 2004 consente alle donne che hanno 57 anni di età e 35 di contributi alle spalle, di andare in pensione esercitando l’opzione donna e l’assegno pensionistico sarebbe calcolato con il sistema contributivo.
Il Comitato Opzione Donna, guidato da Daniela Moroni ha dato però il via libera alla raccolta delle firme per la promozione del ricorso davanti al TAR del Lazio contro l’INPS. L’obiettivo è quello di avere una revoca o una modifica delle circolari 35 e 37 del 14 marzo 2014. Queste circolari impediscono alle donne che maturano i requisiti nel 2015 di accedere all’Opzione Donna.
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In realtà l’INPS ha già provveduto con il messaggio 9304/2014 a tamponare la situazione il 2 dicembre scorso spiegano che in attesa delle delucidazione del ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia, gli sportelli INPS continuano anche nel 2015 ad accettare le richieste di pensionamento delle lavoratrici con l’opzione donna. Questo tamponamento della situazione è ritenuto insufficiente dal Comitato che ha deciso di avviare la raccolta firme per la class action. Per aderire a questo ricorso collettivo, gestito e seguito dagli avvocati Maestri e Sacco, è necessario perciò:
- raggiungere il numero minimo di 200 ricorrenti,
- pagare un contributo di 300 euro per tasse e spese tramite bonifico intestato al conto class action a partire dal 16 febbraio,
- compilare ed inviare il modello per conferire il mandato difensivo agli avvocati.
Sui tempi del ricorso, qualora fosse presentato entro il 31 marzo, si dice che: tra il 90esimo e il 120esimo giorno dal deposito sarà fissata un’udienza ed entro l’estate il TAR potrebbe dire la sua sul ricorso collettivo.