Un altro gigante tedesco del comparto auto si trova nell’occhio del ciclone nello stesso momento in cui la Volkswagen sta cercando con fatica di uscire dal disastro provocato dal Dieselgate.
Il Paese tedesco dovrà replicare davanti alla Corte di giustizia Ue dell’accusa di non aver fatto quanto necessario per vietare la vendita di veicoli che non rispondono alle norme anti-inquinamento Ue da parte della casa automobilistica, che ha usato su alcuni veicoli gas refrigeranti fuori norma.
“Malgrado i contatti tra la Commissione e le autorità tedesche nel contesto della procedura d’infrazione, la Germania”, si legge nel documento della Commissione, “non ha preso nessuna ulteriore misura contro l’approvazione da parte della motorizzazione di veicoli non a norma e non ha intrapreso azioni di rimedio appropriate nei confronti del produttore” auto Daimler.
La disputa risale infatti a due anni fa, quando la casa automobilistica tedesca ha deciso di continuare a produrre auto con un refrigerante messo fuori legge dall’Ue dal 2011, l’R134a, perché inquinante (gas serra). Secondo Daimler il nuovo gas reso obbligatorio, il 1234yf, sarebbe pericoloso in quanto più facilmente infiammabile, anche se i test di sicurezza effettuati non indicano questo rischio.
La Francia aveva addirittura, nel luglio 2013, temporaneamente bloccato l’immatricolazione di queste auto, in gran parte Mercedes, a cui la Germania ha dato lo stesso l’omologazione concessa alle vecchie auto per aggirare la direttiva Mac (‘Mobile air conditioning’). La Commissione, con l’allora commissario all’industria Antonio Tajani, a gennaio 2014 aveva aperto la procedura d’infrazione
inviando una lettera di messa in mora. A questa era seguito l’invio di un parere motivato a settembre sempre dell’anno scorso.