Dal 2006 ad oggi si era vissuti nell’epoca dei tassi pari allo zero, adesso la FED ha fatto registrare un’inversione di tendenza e ha rialzato i tassi. Si pensava che i mercati reagissero malamente all’aumento del costo del denaro mentre tutto è stato interpretato come un’iniezione di fiducia nell’economia a stelle e strisce.
Se i tassi sono in aumento, vuol dire che l’economia è in una fase di ripresa e poi la notizia era già stata data qualche tempo fa, non serve riflettere troppo ma occorre rimboccarsi le maniche. Sembra questo il discorso fatto dagli investitori dopo aver preso atto delle decisioni della FED.
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Cosa è successo invece in Europa? Le borse del Vecchio Continente sono volate perché c’è stata una consapevolezza rispetto alla capacità e possibilità di sopportare la nuova fase monetaria. Riassume così l’ANSA:
Francoforte sale del 3,2% davanti a Madrid (+2,7%), Parigi (+2,5%) e Londra (+1,4%). I titoli del settore auto (+3,6% l’indice Stoxx di settore) e delle banche (+3%) sono i più acquistati. Milano avanza del 2,3 con Stm (+4,6%), Fca (+4%) e Telecom (+4,1%).
E i listini asiatici? Anche lì la reazione è stata positiva:
I listini asiatici hanno reagito bene alla promessa del presidente, Janet Yellen, di procedere a ulteriori strette in modo “graduale” e sono convinti che l’economia americana sia abbastanza forte da reggere a un aumento del costo del denaro. Tokyo ha chiuso in rialzo dell’1,6%, Sydney dell’1,5%, Seul dello 0,4%. Shanghai sale dell’1,7% e Hong Kong dello 0,6%.
Da segnare anche il calo poco sopra i 35 dollari del costo del petrolio al barile.