In alcuni post pubblicati prima di questo ci siamo occupati di descrivere la tassa di successione, ovvero di quell’imposta che deve essere pagata da tutti coloro che ricevono beni in eredità da una persona scomparsa. La tassa di successione, come abbiamo visto, grava sia sui beni mobili che su quelli immobili, e deve essere calcolata sul valore complessivo del lascito ereditario, anche se poi varia per ogni erede a seconda del grado di parentela con la persona estinta.
> Quali tasse si pagano in caso di successione?
A differenza di altre imposte che si pagano in caso di successione, tale imposta viene in genere calcolata direttamente dall’ufficio tributario competente dell’Agenzia delle Entrate e inviata come tributo da pagare al diretto interessato presso il proprio domicilio. Se si tratta di una successione non in linea retta, inoltre, cioè priva di eventuale franchigia, l’esazione è praticamente assicurata.
Al valore complessivo del lascito ereditario,però, usato come base imponibile della tassa, possono essere sottratti gli oneri che sono riconosciuti come deducibili dal fisco – quali ad esempio i debiti dell’estinto, le spese mediche e le spese funerarie.
> Come calcolare l’imposta di successione
Come pagare la tassa di successione
La tassa di successione non può purtroppo essere pagata in modo rateale dall’erede, ma deve essere versata in un’unica soluzione.
Per effettuare il pagamento è possibile utilizzare un Modello F23, il quale deve poi essere allegato alla dichiarazione di successione, cioè a quel documento fondamentale che serve per l’espletamento delle pratiche burocratiche, da compiere presso l’ufficio finanziario situato nella zona di ultima residenza del defunto entro 12 mesi dalla data di apertura della successione stessa.