I compensi dati dall’Inpdap a geometri, ingegneri e architetti per le perizie tecnico-estimative legate alla erogazione di mutui ipotecari agli iscritti dell’istituto di previdenza dei lavoratori della Pa non erano sottoposti al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali. Una specie di autotruffa che sarebbe stata stabilita dai vertici dell’Inpdap e coperta dal collegio sindacale. A scoprire il sistema di pagamento dei compensi per un importo complessivo di circa 1,5 milioni a favore di più di 30 professionisti, è stata una indagine interna dell’Inps nel corso dell’integrazione dei due istituti.
Sulla questione sta indagando la procura del Lazio della Corte dei Conti per verificare potenziali danni erariali causati dalle scelte dei vertici dell’Inpdap. Nel marzo del 2010 il commissario dell’Inpdap ha varato il nuovo regolamento per la concessione dei mutui ipotecari agli iscritti all’istituto. L’articolo 14 del regolamento, nel regolamentare il regolamento di attuazione delle perizie tecniche estimative degli immobili, stabilisce anche i criteri di remunerazione dei tecnici, dipendenti dell’Inpdap, che effettuano le perizie.
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Al di la dell’importo che, viene fissato in 300 euro a perizia, l’aspetto più singolare del regolamento è la previsione che questo compenso deve essere considerato «di natura risarcitoria». Una formulazione tecnico-burocratica che assimila il pagamento per la prestazione ad un risarcimento, facendo divenire lo stesso esente da imposte e contributi. Nell’ordinamento la somma riconosciuta a fronte di un danno subito ha l’esenzione per la sua natura risarcitoria. Ma, come analizza la relazione dell’Inps inviata alla procura della Corte dei Conti, l’erogazione di tali compensi come risarcimento «appare non conforme alla normativa vigente sia sotto il profilo di legittimità che sotto il profilo fiscale».