Per contrastare l’evasione è necessario il contributo di tutti gli enti, compresi i comuni e le modalità di partecipazione sono determinate nell’intento di assicurare lo sviluppo della sinergia giusta contro l’evasione.
Per prima cosa è necessario fare il punto sulle segnalazioni qualificate nel processo di partecipazione dei Comuni all’accertamento fiscale e contributivo.
► Per trovare l’evasore bastano gli appunti
A livello normativo, il primo riferimento utile è un provvedimento del 3 dicembre 2007 in cui si stabilisce che i Comuni partecipano all’attività di accertamento fiscale fornendo indicazioni all’amministrazione tributaria, in modo che quest’ultima possa disporre l’accertamento dei tributi erariali diretti o indiretti.
► Sfuggire al fisco è sempre più difficile
I Comuni, chiaramente, forniscono soltanto alcuni tipi di informazioni: per esempio le posizioni soggettive che sono la base per conoscere atti, fatti e negozi alla base di comportamenti detti elusivi. In questo, i Comuni, offrono una segnalazione qualificata e contribuiscono in modo importante alla conoscenza dell’economia sommersa, oltre che a quella del patrimonio immobiliare per il quale contribuenti e aziende non pagano le tasse e non fanno dichiarazioni.
Si capisce allora che gli ambiti d’intervento rilevanti per la attività dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate, riguardano soltanto alcuni settori, nello specifico cinque: il commercio e le professioni, l’urbanistica e il territorio, le proprietà edilizie e il patrimonio immobiliare, le residenze fittizie all’estero e la disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva.