La pressione fiscale raggiungerà livelli preoccupanti. In base ai valori riportati da Confcommercio, se il carico fiscale rimarrà a questi livelli, nel 2016 arriverà ad essere pari al 44%. A pensarci bene, è una cosa “insostenibile” e “incompatibile” con ogni concetto di crescita. La stima è che tra il 2013 e il 2017 il carico fiscale aumenterà di 80 miliardi di euro, pesando 770,6 miliardi di euro, tra carico contributivo e tributario. Crescerà anche la spesa pubblica che toccherà circa 50 miliardi in cinque anni, aggravando i bilanci di 852,4 miliardi.
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L’avvertimento giunge dal segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi che avverte come “Nei primi nove mesi di quest’anno l’inflazione e gli adeguamenti retributivi dei lavoratori dipendenti sono aumentati in egual misura: se il costo della vita è cresciuto dell’1,3 per cento, l’indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito dell’1,4 per cento. Pertanto, rispetto allo stesso periodo del 2012, il potere d’acquisto dei lavoratori è rimasto pressoché invariato”.
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Bortolussi chiarisce che se l’ ammontare delle tredicesime sarà pari a 37 miliardi di euro, “garantirà alle casse dell’Erario un gettito di oltre 9,5 miliardi di euro. Ci si augura che gran parte di questi 37 miliardi vengano spesi per rilanciare i consumi interni. Mai come in questo momento gli artigiani e i commercianti hanno bisogno di veder ripartire la domanda interna. Senza nessuna inversione di tendenza, anche questo Natale rischia di essere all’insegna del rigore, con ripercussioni molto negative sui bilanci dei lavoratori autonomi. Ricordo che per molte attività le vendite nel periodo natalizio incidono fino al 30/40 per cento del fatturato annuale”.