Dall’Italia giunge “qualche segnale positivo” ma continua a persistere la perdita di posti di lavoro e c’è il rischio deflazione. Questo si legge nella congiuntura flash del Centro Studi Confindustria. “Per l’Italia – illustra il Csc – arriva qualche segnale più confortante dal fronte della domanda domestica: il fatturato industriale interno in volume sta aumentando ormai da un anno, la fiducia migliora anche tra le imprese dei servizi, i consumi risalgono e le condizioni per investire sono meno negative. Rimangono due importanti freni e un grave rischio. Il primo freno è costituito dall’andamento dell’occupazione: è vero che questa risente sempre con ritardo delle svolte produttive, ma l’emorragia di posti rimane copiosa; il rilancio dei contratti a termine può aiutare a fare più assunzioni”
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E in base a ciò “se si tiene conto della distorsione verso l’alto della misurazione dei prezzi (che incorpora solo in parte i miglioramenti qualitativi dei beni) – continua sempre Confindustria – la dinamica è già negativa. Il rimedio può essere solo un rapido intervento della Bce, pienamente in linea con il suo mandato; aver stoppato l’apprezzamento dell’euro è solo il primo passo per arrestare la spirale. La crisi Ucraina, ovviamente, non aiuta”.
Il Centro Studi rimarca che “le economie avanzate accelerano, le emergenti frenano ancora. Per la crescita globale la somma è positiva, perchè il cambio di passo delle prime (soprattutto degli Usa) è superiore allo scalare di marcia delle seconde. Così il contesto internazionale si fa più favorevole per la domanda e per i costi”.