Una recente ricerca di Money Advice Service ha spiegato che i cittadini inglesi, per la loro negligenza rispetto ai temi e ai termini economici, ogni anno registrano uscite supplementari pari a 423 sterline che sono 530 euro.
I consumatori inglesi che non conoscono i termini economici, che li giudicano complicati e non valutano bene le condizioni d’uso degli strumenti che comprano, possono arrivare a spendere 530 euro in più rispetto ai consumatori più attenti e preparati.
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Certo che quando si pensa che Londra è un paradiso fiscale, un terreno d’investimento privilegiato per i traders di tutto il mondo, non si riesce ad immaginare un consumatore londinese ignaro dei termini economici. Eppure, la ricerca condotta da Money Advice Service, spiega che alcuni termini e alcuni acronimi, sono incomprensibili ai più e questo gap conoscitivo influisce negativamente sul badget delle famiglie.
In media, i consumatori che non capiscono termini economici e condizioni d’uso dei prodotti che acquistano hanno una perdita pari a 423 sterline in un anno. La ricerca è stata condotta su un gruppo di 3.000 adulti che nel 32% dei casi hanno dimostrato di non conoscere la differenza che intercorre tra interessi e preventivo. E fin qui niente di grave.
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Purtroppo il 30% degli intervistati non sa cosa sia l’Apr, vale a dire il tasso annuo equivalente e il 22% non conosce il significato di Isa, acronimo per conto di risparmio individuale. Termini questi che sono pane quotidiano quando si chiede un prestito oppure un mutuo.
I ricercatori hanno indagato la conoscenza dei termini più usati quando si richiede una carta di debito, un’ipoteca, un’auto in leasing. La situazione appare drammatica e i ricercatori non hanno proposto una soluzione. La via d’uscita è stata suggerita invece da Lib Dem che chiede di inserire corsi di “educazione economica” nelle scuole primarie, a partire già dai 7 anni.