Anche se da molti punti di vista sembra essere arrivata anche per l’Italia la possibilità di una prima ripresa economica, gli effetti benefici dell’inversione di tendenza del ciclo economico stentano ancora a palesarsi in alcuni settori in particolare. Come quello del commercio in cui i consumi, anche nel mese di settembre 2013, sono continuati a diminuire.
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Una recente statistica rilevata dalla Confcommercio ha infatti registrato come nel mese di settembre 2013 i consumi delle famiglie italiane siano diminuiti dell’1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dunque in termini tendenziali, e dello 0,5 per cento rispetto al mese di agosto 2013, quindi su base congiunturale.
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Anche nel mese di settembre quindi, il commercio non ha agganciato l’inversione di tendenza in atto in modo da invertire quella spirale negativa operante fin dal 2011. Le cause di questo stato di cose sono da intravedere nel perdurante clima di incertezza che ancora investe il mondo dell’occupazione e i redditi a disposizione dei consumatori.
A questa analisi, quindi, Confcommercio lega anche altri tipi di dati. Al mancato riprendersi dei consumi sono legati anche la diminuzione del clima di fiducia e la mancata riduzione della pressione fiscale che grava sulle spalle dei cittadini.
Anche il settore produttivo delle imprese è stato interessato dai risvolti pratici del calo della fiducia, soprattutto nei confronti delle aziende che operano essenzialmente nel mercato interno. Più fiduciose, invece, quelle che operano nel mercato estero.
A settembre, tuttavia, nonostante l’incremento della produzione industriale e degli ordini il livello occupazionale non è salito ma si è innalzato il tasso di disoccupazione.