I contenziosi tributari e i ricorsi all’arbitro bancario finanziario hanno fatto registrare un aumento nel 2014. Il trend è confermato anche per il primo semestre dell’anno in corso.
Sono questi i dati provenienti dal ministero dell’Economia e da Bankitalia, i quali hanno esaminato i due fenomeni.
Durante il periodo gennaio-marzo 2015, le controversie di carattere tributario arrivate in entrambi i gradi di giudizio sono state 78.992, con un aumento del contenzioso del 4,54% (pari a +3.429 controversie), rispetto al primo trimestre dello scorso anno. A comunicarlo è il Mef, sottolineando che nel trimestre “le controversie definite sono state 81.208, in lieve crescita rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+0,37%, pari a 302 ricorsi)”.
Dati che occorre tenere strettamente in considerazione, in quanto evidenziano un trend in progressione sin dallo scorso anno. Ma quella dell’aumento dei contenziosi tributari non è l’unica novità.
Anche per quanto concerne l’arbitro bancario finanziario, si registra un forte aumento dell’attività. Una figura di recente introduzione che può decidere su tutte le controversie riguardanti operazioni e servizi bancari e finanziari con importo richiesto dal ricorrente non superiore a 100mila euro. Nel 2014, quinto anno di attività, i ricorsi hanno superato la quota 11mila, il 43% in più rispetto all’anno passato. Sono giunti a decisione oltre 8.500 ricorsi, circa 2.200 In più rispetto al 2013.
Nel 67% dei casi il risultato, come spiega Bankitalia che oggi ha pubblicato la relazione sull’attività dell’arbitro, è stato favorevole ai clienti, con accoglimento totale o parziale delle richieste ovvero con cessazione della materia del contendere per soddisfazione del ricorrente nel corso della procedura. Il limite della quota di 100mila euro per ricorrere all’arbitro finanziario non sussiste se la richiesta ha per oggetto unicamente l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà.