Il commercio Extra Unione Europea è ancora in crescita. A marzo la sua bilancia ha fatto registrare un surplus di 3,581 miliardi di euro, a fronte dei 2,704 miliardi dello stesso mese dello scorso anno.
Lo comunica Istat precisando che il surplus nell’interscambio di prodotti non energetici è pari a 6,2 miliardi di euro, rispetto ai 5,9 miliardi di marzo 2014. Lo scorso mese le importazioni sono cresciute del 4,8% su mese e del 9% su anno; le esportazioni hanno registrato un incremento del 2,2% su base mensile e del 13,2% su base annuale.
La crescita congiunturale dell’import è distribuita a tutti i raggruppamenti principali di beni, esclusi i beni strumentali (-0,6%). Gli acquisti di energia (+7,7%) e di beni di consumo (+7,0%) sono in rilevante espansione. Il più contenuto incremento congiunturale dell’export è sostenuto dall’energia (+19,1%), dai beni di consumo non durevoli (+5,9%) e dai beni intermedi (+2.4%). Le vendite di beni di consumo durevoli (-4,0%) e di beni strumentali (-0,4%) sono invece in flessione Nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra ue si conferma positiva (+2,9%) e risulta più ampia (+4,2%) al netto della forte flessione dell’energia (-18,9%). Tra i prodotti non energetici, la crescita delle vendite di beni strumentali è la più marcata (+7,5%). Nello stesso periodo, la crescita congiunturale delle importazioni è più moderata (+0,3%) e investe tutti i comparti, escluso quello energetico (-11,5%).
Al netto della componente energetica, le importazioni aumentano del 4,9%.
A marzo 2015, la forte crescita tendenziale dell’export (+13,2%) è vincolata sia da una differenza nei giorni lavorativi (22 a marzo 2015 rispetto a 21 a marzo 2014, per un contributo pari a +1,7 punti percentuali) sia, in misura più rilevante, dal forte incremento dell’export di mezzi di navigazione marittima (per un contributo pari a +2,3 punti percentuali). Anche al netto di questi effetti, la crescita tendenziale delle vendite sui mercati extra ue risulta ampiamente positiva e particolarmente marcata anche per i prodotti intermedi (+13,1%) e i beni di consumo non durevoli (+11,0%).