Come previsto dal nuovo Def 2014, i contratti degli statali, già bloccati dal 2010, rischiano di restare congelati fino al 2020. Indignazione da parte dei sindacati. “Inaccettabile, aberrante, ingiusto”: i sindacati bocciano in modo netto l’idea di un nuovo blocco dei contratti pubblici e chiedono al governo di trovare subito le risorse necessarie per rinnovarli.
Nel Def il risultato del blocco dei contratti è chiaro: nel 2011 il totale pagato per le retribuzioni dei dipendenti pubblici è diminuito del 2,1% sull’anno precedente, nel 2012 dell’1,9%, nel 2013 di un ulteriore 0,7%. Quest’anno la contrazione sarà ancora dello 0,7% scendendo a 162,8 miliardi. Nelle supposizioni del governo nel prossimo triennio la spesa si stabilizzerà per poi aumentare dello 0,3% nel 2018, appunto per il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale.
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Ma “Un ulteriore blocco sarebbe inaccettabile e la nostra risposta non si farebbe attendere”, dicono i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili. “I lavoratori delle pubbliche amministrazioni hanno già subito una lunga pausa e perso una parte consistente del loro potere d’acquisto: i contratti del pubblico impiego sono già bloccati da cinque anni con una perdita media mensile di 250 euro a testa.
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E’ aberrante spostare in avanti il contratto dei dipendenti pubblici. Questo significa mettere a terra completamente la pubblica amministrazione” ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Anche il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, ritiene “inaccettabile che ancora una volta si blocchino i contratti dei dipendenti pubblici, fino al 2020”.