Molto spesso quando si parla di risposte contro la crisi economica scatenata dal coronavirus si parla anche dell’uso del Golden Power da parte del Governo sulle imprese. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
Cosa è il Golden Power
Tra le misure messe in campo dal Governo per contrastare le conseguenze del COVID-19 sull’economia, nel decreto Liquidità non manca il riferimento al rafforzamento del Golden Power. Esso è un sistema di speciali poteri d’intervento da parte dello Stato nel caso in cui vi sia il bisogno di salvaguardare quelli che sono da considerare settori strategici a livello nazionale.
Esso è stato introdotto dal D.L. n. 21 del 15 marzo 2012 (legge di conversione n. 56 del 11 maggio 2012) e grazie al suo utilizzo sarà possibile salvaguardare le aziende che potrebbero divenire oggetto di possibili scalate e acquisizione da parte di terzi esteri.
All’inizio gli ambiti di applicazione del Golden Power erano: difesa, sicurezza nazionale, energia, trasporti, comunicazione. Negli anni, grazie a specifici decreti, essi sono stati ampliati andando a coprire diversi ambiti di appartenenza.
Borse e Golden Power, il legame
In un periodo molto delicato come questo nel quale il mondo e l’Italia si trovano a combattere contro un nemico invisibile ma implacabile come il coronavirus, è stato possibile notare come spesso e volentieri, qualche parola fuori luogo da grandi nomi della politica e della finanza internazionale sia stata in grado di far crollare i nostri titoli in modo molto pericoloso.
Azioni di questo genere, se portate avanti da investitori senza scrupoli potrebbero mettere a repentaglio la salute dei nostri conti e delle nostre aziende. Motivazione per la quale la Consob, ente di controllo, richiede a gran voce che venga creata una lista delle aziende sulle quali sarebbe possibile applicare il Golden Power per tenerle d’occhio con maggiore attenzione.
E non solo: si sta infatti pensando, onde evitare l’attacco d’investitori senza scrupoli, di mettere a punto l’estensione del Golden Power anche per le aziende quotate in Borsa potenzialmente considerabili strategiche.
Un simile approccio non deve essere visto come un’ulteriore mossa di controllo, ma come la possibilità di possedere una sorta di “scudo” contro scalate senza ritegno provenienti dall’esterno dei confini nazionali, con tutto quello che simili cambiamento sottintenderebbero per i lavoratori.
Qualsiasi acquisizione infatti porterebbe a cambiamenti sostanziali e non solo per ciò che concerne l’asset societario. Sono tempi duri quelli che si prospettano per la ripresa e per far sì che questa si svolga nel migliore dei modi diventa necessario prevenire problematiche aggiuntive.