Sono stati approvati di recente i correttivi anticrisi per il 2014 che saranno inseriti negli Studi di settore applicabili in sede di dichiarazione dei redditi secondo il modello UNICO 2015. Il via libera ai correttivi è arrivato soltanto il 9 aprile scorso.
La Commissione degli esperti si è riunita presso il SOSE per definire i nuovi correttivi anticrisi per gli Studi di Settore del 2014 che dovranno essere applicati in sede di UNICO 2015. Si tratta di una validazione dell’intervento annuale di revisione degli Studi di Settore che tiene conto della congiuntura economica che ha interessato tantissime attività economiche.
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L’analisi dei dati collegata agli Studi di Settore dimostra che c’è un’attività di monitoraggio dell’andamento dei settori economici fatta sul territorio nazionale. In genere sono usati come campione 2,1 milioni di contribuenti che hanno applicato gli studi di settore nel quadriennio 2010-2013.
I dati usati per fare i correttivi sono forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Banca d’Italia, dall’ISTAT, dalle Associazioni di categoria, dagli Osservatori regionali e dagli altri istituti di ricerca e dai dati relativi alle ultime comunicazioni e dichiarazioni annuali IVA. Per i correttivi riferiti al 2014 è stata usata una metodologia nuova di stima basata sui modelli lineari misti, che elimina dall’analisi randomica tutti i soggetti anomali garantendo che i risultati ottenuti siano statisticamente consistenti.
I correttivi agli Studi di Settore 2014 riguardano i correttivi di settore, quelli territoriali, quelli individuali e quelli inerenti l’analisi della normalità economica.
Il correttivo congiunturale individuale è stato elaborato prendendo in considerazione com’è variata l’efficienza produttiva delle imprese tra il 2011 e il 2014, e si è valutato il peso della crisi nei diversi settori economici. I correttivi specifici si applicato a tutte le imprese interessate, anche a quelle che non risultano congrue in modo da adattare la funzione di ricavo in funzione della contrazione dei margini e del minor utilizzo degli impianti.