La Corte dei Conti boccia il sistema fiscale italiano. Lo considera ‘desolante’ e ritiene ci sia bisogno di modificarlo con apposite riforme nel minor tempo possibile.
Secondo l’Istituto tra il livello di contribuzione del lavoro dipendente e di pensione e il livello proveniente dal lavoro autonomo vi è una grossa sperequazione. Vi sono molte contraddizioni, inoltre, nella normativa fiscale e il coordinamento lascia spesso a desiderare. I difetti di questo sistema si devono alla politica e all’inefficacia della tax compliance che deve essere sostituita da una nuova strategia.
Per la Corte di Conti vi è l’esigenza di una differente pianificazione per contrastare l’evasione, fondata in primo luogo sul’impiego della tecnologia, sia ai fini della naturale emersione delle basi imponibili, mediante l’introduzione della fatturazione elettronica nei rapporti tra soggetti Iva e la diffusione degli obblighi di pagamento tracciato e di comunicazione telematica dei corrispettivi, sia in chiave persuasiva e conoscitiva, al fine di assicurare al contribuente la tempestiva e preventiva conoscenza dei dati fiscalmente significativi.
Si spera pertanto in un’evoluzione del sistema fiscale. Come può verificarsi? Occorre un diverso ruolo dell’amministrazione fiscale, non più solo orientata ad un’azione repressiva e reattiva, ma anche fortemente impegnata a stimolare comportamenti coerenti nella fase di adempimento.
Completano il quadro delineato alcune importanti riflessioni riguardanti la necessità di rivedere alcuni meccanismi dell’Iva, tributo che per le sue caratteristiche si presta in molti casi ad allargare di gran lunga i benefici dell’evasione, di garantire un adeguato bilanciamento del rapporto tra frequenza dei controlli e entità del rischio sopportato e sulla necessità di riequilibrare il sistema di riscossione.