La Corte dei Conti boccia lo spesometro

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 Altro che nuovi strumenti per la lotta all’evasione fiscale: secondo la Corte dei Conti il redditometro e lo spesometro, le due nuove armi in dotazione del fisco per far emergere l’economia nascosta, rischiano di ottenere gli effetti contrari.

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In un momento in cui anche l’Europa si sta dotando di nuovi mezzi per la lotta all’evasione fiscale, in Italia non sembrano esserci dei veri progressi su questo fronte e, secondo la Corte dei Conti, le strategie messe in campo dal Governo Monti allo scopo hanno andamenti ‘ondivaghi e contraddittori’.

Lo dicono i magistrati contabili nel loro ultimo rapporto sulla finanza pubblica che analizza quanto fatto dalla precedente legislatura e  che dà vita ad uno scenario ben poco positivo: troppi provvedimenti e spesso in contraddizione tra loro che non hanno altro risultato se non quello di disperdere le energie senza ottenere nessun beneficio.

Il mirino della Corte dei Conti è puntato soprattutto su spesometro e redditometro.

Lo spesometro, ossia la rilevazione sistematica delle operazioni verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro, potrebbe, invece che portare alla luce eventuali frodi o evasioni, indurre ”effetti negativi sui consumi o, peggio, possano avere incrementato la propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi ‘in nero’.

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Nessun vantaggio neanche dal redditometro: il nuovo meccanismo di ricostruzione sintetica dei redditi ha potenzialità ben più limitate da quanto suggerito dal clamore mediatico alla sua presentazione.

 

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