La Repubblica di San Marino non è più un paradiso fiscale. Lo ha deciso un decreto del Ministro dell’Economia che segna una svolta epocale nelle relazioni economiche e commerciali dei due paesi che tenderanno, da ora in poi, ad essere sempre più trasparenti e facili da entrambe le parti.
Ma sono molti i paesi che l’Italia considera ancora dei paradisi fiscali, ovvero paesi la cui imposizione fiscale è molto bassa o quasi nulla e che, quindi,. costituiscono la meta prediletta di grandi e piccoli capitali nonché sede ottimale per le aziende.
Cos’è un paradiso fiscale
Secondo l’OCSE, per poter essere definito paradiso fiscale un paese, oltre a prevedere una fiscalità bassa o nulla – nel caso dell’Italia sono considerati paradisi fiscali tutti i paesi la cui imposizioni fiscale è di almeno il 30% più bassa – deve avere anche altre caratteristiche, nello specifico:
1. non prevedere obblighi di trasparenza;
2. non prevedere l’obbligo allo scambio di informazioni con altri Stati per fini fiscali;
3. non prevede che l’attività che vi si trova sia sostanziale, ovvero chi trasferisce qui la sua sede può apertamente farlo anche per fini esplicitamente fiscali.
► Normativa sul trasferimento nei paradisi fiscali
Come si classificano i paradisi fiscali
I paradisi fiscali sono suddivisi in quattro differenti categorie in base al tipo di tassazione e agli obblighi di trasparenza:
1. Pure Tax Haven: paesi che non hanno alcuna imposizione fiscale o che prevedono solo delle tasse nominali; non scambiano informazioni a fisni fiscali e garantiscono il segreto bancario;
2. Taxation on Foreign Income: paesi che tassano solo il reddito prodotto internamente;
3. Low Taxation: in questi paesi esiste una modesta tassazione fiscale sul reddito ovunque questo venga generato;
4. Special Taxation: il regime fiscale di questi paesi è paragonabile a quello degli stati che non compaiono nelle blck list, ma hanno comunque una legislazione in materia fiscale piuttosto flessibile.