Chi fa trading online o investe in opzioni binarie ha sempre uno scoglio da superare dopo aver scelto il terreno d’investimento: i tempi. Vale a dire che in base alla scelta del momento in cui investire, di quello in cui rilanciare, di quello in cui comprare o vendere, possono variare parecchio i rendimenti.
La borsa non è certo un settore in cui la matematica spadroneggia, anzi, ci sono tantissimi comportamenti delle azioni che sono interpretabili sulla base della psicologia. Questa estrema variabilità, in passato, ha fatto nascere l’esigenza di avere degli indicatori che rendessero le previsioni un po’ più stabili.
Dal 1993, il Chicago Board Options Exchange, ha introdotto l’indice VIX che serve a dare una misurazione delle aspettative del mercato e della volatilità di breve periodo.
L’indice VIX è stato più volte chiamato l’indice della paura perché punta a misurare la volatilità del mercato e la fiducia degli investitori. Il mercato di riferimento è quello americano visto che l’indice VIX si calcola partendo dalle opzioni inserite nello S&P.
Quando il VIX è alto vuol dire che i mercati hanno paura del calo improvviso e gli investitori si lanciano nell’acquisto di opzioni put. Quando la paura passa e si torna a vendere, anche l’indice VIX torna a livelli più moderati.
E’ evidente che chi non si fida di questo strumento di misurazione adotterà la tecnica del compounding, accumulando gli investimenti ogni volta che si ha un flusso di denaro a disposizione così da ammortizzare eventuali inconvenienti.