In principio fu l’ISI (Imposta Straordinaria sugli Immobili) il cui peso sulle famiglie italiane era di circa 90 euro.
Dopo l’ISI, nel 2007, è arrivata l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). In questo caso l’esborso medio era di 138 euro. Poi anche l’ICI è passata di moda ed è stata sostituita dall’IMU, forse la tassa sulla casa più odiata di tutte, che ha portato l’esborso a 278 euro di media.
► Le imposte immobiliari rimpinguano le casse dello Stato
Secondo il dossier dell’Osservatorio della Uil Servizio Politiche Territoriali, quando fu pagata l’ISI nel 1992 allo Stato arrivarono circa 11.500 miliardi di vecchie lire (5,9 miliardi di euro). Per quindici anni è stato più o meno così, fino a quando, nel 2007, la casa è stata sottoposta all’ICI che ha fruttato allo Stato 11 miliardi di euro (2,8 miliardi solo dalla prima casa).
► Come deve essere migliorata l’IMU
Se il Governo Berlusconi non avesse deciso di abolirla, l’ICI, secondo quanto proposto da Prodi, sarebbe stata mediamente di 38 euro. Ma così non è stato, L’ICI è stata abolita. Per qualche anno nessuna imposta sulla casa, poi è arrivata la stangata da 278 euro medi dell’IMU, che sono fruttati un gettito complessivo di 23,2 miliardi di euro (3,8 miliardi di euro dalla prima casa), dei quali 14,8 miliardi sono andati nelle casse dei Comuni e 8,4 miliardi nelle casse dello Stato centrale.
► Imposte al debutto, consumatori preoccupati
Precisione estrema: dal 1992 al 2012 la casa ci costa esattamente il triplo.