Crédit Agricole ha registrato una perdita economica eclatante con riferimento all’anno d’esercizio 2012. Si parla di un buco di 6,5 miliardi di euro, un record, in senso negativo, che spazza via le peggiori performance della banca risalenti al 2001.
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Secondo molto analisti, le perdite precedenti erano legate al passaggio della banca dall’essere una struttura privata, all’essere una struttura pubblica. Mentre adesso a gravare sui conti francesi ci sono le ferite ancora aperte in Grecia e in Italia. Per esempio Crédit Agricole ha venduto la sua costola greca Emporiki ma sulla vendita, l’imposizione fiscale, è stata giudicata eccessiva. Si unisce a questo discorso anche quello sulle svalutazioni, di ben 4,53 miliardi di euro, legate agli asset italiani.
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Crédit Agricole, dunque, risulta penalizzata da quel che è accaduto nel Sud dell’Europa dove il gruppo bancario in questione aveva disseminato una serie d’importanti filiali. Mentre si è tirata fuori da Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole è rimasta fortemente legata alla Cariparma che nell’ultimo trimestre del 2012 ha fatto segnare -1o milioni di euro e una svalutazione preoccupante sui crediti.
In Grecia, invece, quello che è accaduto è stato più drammatico visto che il gruppo francese ha pagato 2,2 miliardi di euro l’acquisizione di Emporiki e poi ha dovuto cedere la stessa banca greca al prezzo di 1 euro. Il piano che hanno in mente gli ad della banca adesso, sono relativi ad una riduzione dei costi che potrebbe avere effetto sul medio termine.