Il Credito Irpef estrapolabile dal Modello 730 non sarà più accreditato in busta paga dal datore di lavoro se supererà la cifra dei 4.000 euro, nel caso in cui detrazioni per familiare a carico o eccedenze di imposte derivanti abbiano contribuito ad incrementarlo. Ciò si verifica indipendentemente dall’incidenza delle une o delle altre sulla formazione del credito complessivo. In questi casi, il rimborso verrà effettuato nello specifico direttamente dall’agenzia delle Entrate solo all’esito di un preventivo controllo che dovrà essere effettuato entro sei mesi dalla scadenza per la trasmissione telematica (dunque entro il 30 dicembre). Questi criteri, stabiliti alla luce dei Commi 586 e 587 trovano applicazione già dal Modello 730 di quest’anno.
> Credito Irpef: se superiore ai 4.000 euro non sarà in busta paga
Per quanto concerne le condizioni che bloccano l’accredito diretto da parte del sostituto d’imposta, l’Agenzia delle entrate sottolinea che devono coesisterne due. La prima è che il vincolo dei quattromila euro come limite sia considerato al netto di eventuali compensazioni (se dunque il credito è di 4.800 euro ma ne vengono usati 900 per compensare ad esempio Tasi, Tari o Imu, i restanti 3.900 saranno rimborsati con le consuete modalità).
La seconda condizione è: devono apparire compilati o il quadro dei familiari a carico per i quali si fruisce di detrazioni o la sezione III del quadro F concernente le eccedenze di imposte risultanti dalle precedenti dichiarazioni. Di conseguenza anche se il credito oltrepassa i quattromila euro ma nelle dichiarazioni non sono contemplate detrazioni per carichi familiari o eccedenze precedentu, il rimborso verrà effettuato, come negli anni passati, direttamente dal sostituto di imposta.
Diversamente, e indipendentemente dall’importo delle precedenti detrazioni o eccedenze di imposta (le quali potrebbero essere anche minime), scatterebbe il controllo d’agenzia.