Anche la “fiducia delle imprese” è in risalita, in linea con quella espressa pochi giorni fa dai consumatori. Questo dato, che emerge dalla rilevazione ISTAT relativa al mese di marzo, registra il quinto rialzo consecutivo dell’indice che balza a quota 89,5 punti, il massimo dal settembre 2011. La spinta positiva deriva soprattutto dal settore manifatturiero e dei servizi, mentre i comparti delle costruzioni e del commercio esprimono minor ottimismo.
In particolare il tasso di fiducia espresso dalle imprese manifatturiere sale a 99,2 da 99,1 di febbraio. Il settore manifesta “attese stabili” per quanto riguarda la produzione,ma eleva di livello i giudizi sugli ordini (da -25 a -23) e sulle scorte di magazzino (da -3 a -1).
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L’analisi del clima di fiducia suddivisa in base ai principali raggruppamenti industriali evidenzia un progresso per i beni strumentali (da 97,7 a 98,2) ed una lieve contrazione per i beni di consumo (da 99,5 a 99,4), mentre per i beni intermedi l’indicatore rimane stabile a 100,4. Il tasso cala dal 76,9 di febbraio al 75,8 di marzo nell’ambito delle imprese di costruzione.
Le attese sull’occupazione registrano miglioramenti (con un saldo da -21 a -18 ), mentre i giudizi sugli ordini e sui piani di costruzione subiscono una flessione da -50 a -54. Nell’area delle imprese di servizi l’indice del clima di fiducia continua a risalire e si attesta a 92,4 punti rispetto ai 90,3 di febbraio. Risultati positivi conseguono anche le attese sull’andamento dell’economia in generale (da -26 a -22 il saldo) e i giudizi sugli ordini (da -12 a -10 il saldo), a fronte di un lieve decadimento che coinvolge invece le attese sugli ordini (da -2 a -3 il saldo).
Nel settore del commercio al dettaglio l’indice del clima di fiducia scende passando a 94,6 da 96,3 di febbraio, con particolare aggravio espresso dal mondo della grande distribuzione (da 97,2 a 92,4) e valori stabili a 96,3 avvertiti dal commercio tradizionale.