Che la situazione sia drammatica non è una novità. Da Bruxelles fanno sapere che l’Europa è fuori dall’austerity, ma l’Italia continua ad essere il Paese della cinghia tirata e delle rinunce.
Le famiglie rinunciano a tutto: la nuova macchina, una nuova casa, nuovi comfort, nonché extra di ogni sorta.
Il problema è che rinunciano anche a chiedere prestiti e se hanno bisogno di soldi, le famiglie si rivolgono agli usurai.
Come potrebbe essere altrimenti per ‘tirare a campare’.
A rivelarlo è il database del credito, cioé il Crif, che dopo aver analizzato il 2012 riporta una situazione alquanto pesante.
Si registra un crollo 42% per quanto riguarda la domanda di mutui. Per quanto riguarda l’anno in corso, invece, le flessioni sono del 14, 10 e 9% considerando rispettivamente gennaio, febbraio e marzo. Dall’avvio della crisi al momento attuale il calo complessivo è del 53%. Diminuisce anche la richiesta di prestiti che dal 2009 è scesa del 18%. Stessa disfatta per quanto concerne il fronte delle imprese: a marzo, per la prima volta negli ultimi dodici mesi, c’è una flessione nella domanda di prestiti, una flessione del 3,08%.
Da un lato, dunque, si registra una contrazione dell’offerta di credito da parte delle banche; dall’altro lato le famiglie e le imprese non hanno più fiducia nelle proprie capacità di onorare il debito e di superare l'”esame” di credibilità davanti alla banca o alla finanziaria. Senza contare l’effetto dei tassi elevati, denunciato nei giorni scorsi dal presidente Bce, Mario Draghi, e ribadito dall’Fmi nell’ennesimo allarme per quanto concerne il credit crunch.