Le attività finanziarie delle famiglie italiane ora viaggiano ad una cifra superiore ai 4.000 miliardi. Malgrado la forte correzione delle ultime settimane, il 2014 ha fatto registrare una crescita del portafoglio nazional popolare, conducendolo a questo nuovo record assoluto.
Eppure i consumi non ripartono anche perché le incertezze provocate dalla crisi spingono chi può a ‘mettere da parte’ i soldi per il futuro. Un fattore positivo se si riflette dal punto di vista previdenziale, tuttavia é evidente che non c’è ancora il giusto equilibrio tra investimenti e spese da fare nel presente e lungimirante risparmio per imprevisti e pensione.
Tra il 2007 e il 2009 il trend di accumulo invece si era bruscamente interrotto, a seguito del crac della banca d’affari Lehman Brothers. E nel 2011, quando i nostri Btp e Piazza Affari sono finiti nell’occhio del ciclone, il gruzzolo non è certo aumentato. Anzi. Ha perso colpi, tornano sotto i 3.500 miliardi. Ma dal 2012 il valore del portafoglio sembra aver ripreso il suo percorso di crescita di medio lungo termine.
Gli esperti spiegano l’andamento:
Nel 2013 a trainare la performance sono state soprattutto le azioni italiane (+23,13%), le azioni estere (+18,74%), i fondi pensione e il Tfr (+6,88%), i Btp (+6,19%), i fondi comuni (+3,36%), le polizze vita (+3,3%) e le obbligazioni bancarie (+3,22%). Meno brillanti invece le performance di pronti contro termine, depositi vincolati, certificati bancari (+2,50%), libretti e buoni postali (+2,11%) e soprattutto dai depositi bancari (+0,70%) che a fine anno superavano i 500 miliardi di euro, vale a dire un ottavo dello stock attuale. Nei primi 10 mesi del 2014, invece, un contributo importante è arrivato ancora dai Btp (+10,03%) ma si sono distinti pure i titoli obbligazionari e le valute estere (+11,79%), le azioni estere (+4,84%), i fondi pensione (+3,7%) e i fondi esteri (+3,2%). Performance meno brillanti, invece per le altre attività in portafoglio: dalle polizze assicurative (+2,61%) alle obbligazioni bancarie e societarie (+2,22%), dai depositi bancari (+0,61%) ai fondi comuni italiani (+2,66%), dai prodotti postali (+1,33%) agli altri prodotti bancari (+1,37%).