La crisi si avventa anche sulle rimesse dei lavoratori stranieri nel nostro Paese.
Durante gli ultimi dieci anni le somme indirizzati verso i paesi d’origine dei migranti hanno toccato i 60 miliardi di euro, ma il trend rilevato da un’analisi del Centro Studi “ImpresaLavoro” su elaborazione di dati Bankitalia mostra chiari segnali di sofferenza. .
Analizzando la ripartizione per anno, infatti, si osserva come la crisi economica italiana abbia comportato negli ultimi anni una significativa contrazione delle somme inviate da questi lavoratori alle loro famiglie di origine: dai 7,394 miliardi del 2011 ai 6,833 miliardi del 2012 (-7,6%) fino ai 5,533 miliardi del 2014 (-38%), il livello più basso dal 2007.
Limitatamente allo scorso anno, poi, si osserva come i lavoratori stranieri che hanno trasferito in patria il maggior quantitativo di denaro siano stati quelli residenti in Lombardia (1 miliardo e 119,4 milioni), nel Lazio (985,1 milioni), in Toscana (587,1 milioni), in Emilia-Romagna (459,7 milioni), in Veneto (426,3 milioni) e in Campania (306,7 milioni).
Quanto alle diverse nazionalità, nella classifica stilata dal Centro Studi “ImpresaLavoro” (che contempla cittadini di 176 nazionalità differenti) risulta che nel 2014 i lavoratori stranieri in Italia che hanno trasferito in patria il maggior quantitativo di denaro siano i romeni (876 milioni) seguiti dai cinesi (819 milioni). Più distanziati quelli provenienti dal Bangladesh (360 milioni), dalle Filippine (324 milioni), dal Marocco (250 milioni), dal Senegal (245 milioni), dall’India (225 milioni), dal Perù (193 milioni), dallo Sri Lanka (173 milioni) e dall’Ucraina (144 milioni).
In conclusione dunque, volendo riassumere, durante gli ultimi dieci anni sono stati inviati dall’Italia verso i paesi d’origine circa sessanta miliardi di euro. Tuttavia ne sono stati inviati solo 5,3 lo scorso anno. Il top è diretto verso Romania e Cina, mentre sono più lontani gli altri indirizzi.