Sembrava si potesse superare il momento più drammatico dagli ultimi anni a questa parte, momento che il settore edilizia ha vissuto durante la prima parte del 2013.
Tuttavia, la crisi è una ferita ancora aperta che lacera le forze ed rende sempre minori le risorse.
C’è da dire che il “momento più drammatico” dagli ultimi anni ad oggi coincide con un momento di estrema difficoltà per tutta l’economia italiana (periodo in cui il Pil viaggiava a -0,9%), ma da allora, al contrario dell’industria in senso stretto, dell’agricoltura e dei servizi, non ha mai mostrato alcun segnale di ripresa, seppure temporaneo. La crisi ha colpito e continua a colpire tutta Italia da almeno un lustro. Come andrà a finire? Difficile da sapere.
Torniamo al presente…
Durante l’ultimo trimestre dell’anno scorso la contrazione è stata di ben il 7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Le difficoltà sono del resto dimostrate anche dai più recenti dati provenienti da Bankitalia. Restiamo, dunque, sul rapporto tra gruppi di crediti e settore edilizia.
Occorre rilevare a tal proposito che le sofferenze bancarie registrate a gennaio ammontano per le costruzioni a 39,1 miliardi contro i 31 miliardi di gennaio 2014 e contro gli “appena” 35 miliardi di tutta la manifattura.
Preoccupano in maniera principale le cifre che riguardano sia gli occupati che i disoccupati:
E’ una crisi senza fine quello dell’edilizia italiana. Le costruzioni assistono da 18 trimestri consecutivi, quasi 5 anni, a una contrazione del numero degli occupati che non ha pari in altri settori economici. Secondo l’Istat, da fine 2009 al fine 2014 gli occupati persi sono 500 mila, un quarto del totale. Da 1,96 milioni di occupati nel quarto trimestre 2009 si è infatti passati a fine 2014 a 1,45 milioni.