Crisi, Hera conclude in positivo l’ultimo bilancio

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 Hera, nonostante il periodo di crisi, ha chiuso l’undicesimo bilancio consecutivo con segno positivo. Nel 2013 ha avuto un utile netto di 181,7 milioni euro, in crescita del 35,2% rispetto ai 134,4 milioni del 2012. Il cda ha stabilito di proporre all’assemblea dei soci del 23 aprile un dividendo di 9 centesimi per azione, fermo dallo scorso esercizio, che verrà messo in pagamento a partire dal 5 giugno.

I ricavi sono ottimizzati dell’1,9% a 4,57 miliardi rispetto ai 4,4 miliardi stimati dagli analisti, il margine operativo lordo è salito a 830,7 milioni (+25,5%) superando le attese del consenso a 825 milioni come l’utile operativo a 415,8 milioni (+23,9%, il consenso se lo aspettava a 426 milioni), mentre i costi della gestione finanziaria sono migliorati a 155,1 milioni (+20,5%) soprattutto per l’incorporazione nel perimetro di consolidamento di AcegasAps.

Per l’Italia deficit di bilancio entro i limiti e debito pubblico ancora in crescita

“I conti 2013 evidenziano come il processo di integrazione di AcegasAps abbia proceduto spedito permettendo di beneficiare fin da subito delle efficienze, in misura superiore alle attese”, ha commentato Tomaso Tommasi di Vignano, presidente di Hera.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

In seguito alla pubblicazione dei conti il titolo Hera a Piazza Affari guadagna l’1,44% a 1,972 euro. Secondo gli analisti di Mediobanca Securities il mercato non ha del tutto capito la realizzazione potenziale di valore proveniente dall’acquisizione sia di Acegas sia di Amga Udine. In merito va evidenziato che a settembre la società ha confermato l’obiettivo di creare sinergie proprio dal consolidamento di Acegas per un totale di 7 milioni di euro per la fine dell’anno ma gli analisti di Mediobanca ritengono che il totale delle sinergie possa essere di 25-30 milioni di euro.

 

 

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