Il mondo dei carburanti è legato a quello degli pneumatici ma a guardare le ultime oscillazioni del mercato si direbbe che questo legame segue le regole della proporzionalità inversa. In pratica man mano che il prezzo del petrolio scende, cresce il profitto dell’industria degli pneumatici.
Ci sono ben due motivi per i quali l’industria delle gomme sta traendo vantaggio dal crollo dei prezzi del petrolio. A trarne vantaggio, naturalmente ci sono le grosse industrie come Pirelli, Continental, Michelin, Goodyear, Bridgestone. Sono loro che grazie a prezzi più bassi del petrolio, devono sostenere minori costi di produzione per la gomma sintetica.
> Pirelli e Rosneft intensificano gli affari
C’è poi da valutare l’incremento della domanda di pneumatici da parte di chi, volente o nolente è sempre alla guida di una macchina o di una moto. Il direttore finanziario di Continental, Wolfgang Schaefer, in un’intervista ha annunciato addirittura l’aumento del 25% dei profitti nel secondo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli investitori sono d’accordo.
E così anche il valore delle azioni di queste aziende ha iniziato a salire in modo molto rapito nello stesso momento in cui si prendeva nota del calo del prezzo del petrolio. Continental (in rosso) è quella che ha ottenuto i risultati migliori davanti a Pirelli (viola), Bridgestone (verde), Goodyear (bianco) e Michelin (azzurro).
In pratica l’industria degli pneumatici traina la borsa e garantisce la sussistenza del settore automobilistico. Questa tabella di seguito lo dimostra.
Come spiega Il Post:
Un prezzo del petrolio più basso vuol dire però anche un più basso prezzo dei carburanti: benzina e diesel. Questo vuol dire che le persone guidano più spesso e compiono più viaggi in macchina.