Una caduta vertiginosa per l’azionario nell’ordine del 15% butta giù la svedese Electrolux, in una giornata positiva per i listini europei.
Appare, quantomeno, obbligatorio prendere dei provvedimenti in quanto la notizia del crollo ha un valore storico non di poco conto se si considera la questione da un punto di vista cronologico.
Era dal 2011 che l’azienda degli elettrodomestici, presente in forze in Italia con 6mila dipendenti e anche i marchi AEG, Zanussi e Frigidaire, non segnava un simile calo. A motivare l’ondata di vendite c’è l’addio da parte di General Electric ai piani di vendita dei suoi elettrodomestici, proprio agli svedesi: un’operazione da 3,3 miliardi di dollari che è stata stoppata dopo esser finita nel mirino della giustizia e dell’Antitrust a stelle e strisce, preoccupate del possibile aumento dei prezzi per i consumatori.
Per l’Antitrust Usa, infatti, l’operazione avrebbe creato un duopolio nel mercato degli elettrodomestici negli Stati Uniti, ha spiegato il Dipartimento di Giustizia. “Anche se siamo delusi che l’operazione non sarà completata, Electrolux è fiduciosa che il gruppo ha le capacità per continuare a crescere a livello globale come produttore di elettrodomestici”, ha detto l’amministratore delegato, Keith McLoughlin. GE Appliance, è uno dei principali produttori di elettrodomestici per la cucina e di lavatrici negli Stati Uniti, dove genera il 90% del fatturato, con prodotti che regnano nelle case americane da più di cent’anni. Con l’acquisizione Electrolux puntava a rafforzare la propria posizione come player globale negli elettrodomestici.
Il gruppo Usa cercherà ora un nuovo acquirente a cui cedere la divisione elettrodomestici, ha reso noto GE.
Come non bastasse, Electrolux ha l’obbligo di versare 175 milioni di dollari a Ge per l’interruzione dell’accordo, che peseranno sui conti del quarto trimestre.