In questi ultimi giorni si sente parlare molto spesso del cuneo fiscale e della sua incidenza sul costo del lavoro e, di conseguenza, sugli importi delle buste paga dei lavoratori dipendenti.
Secondo una relazione dell’Istat presentata oggi in Commissione finanze del Senato, il valore medio del cuneo fiscale e contributivo è pari al 49,1% del costo totale del lavoro.
A dirlo è il presidente dell’Istat Antonio Golini che ha illustrati i dati della relazione stilata dall’Istituto di Statistica a partire da un modello di microsimulazione sulle famiglie relativo ai dati del 2012.
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Il cuneo fiscale, quindi, si ‘mangia’ quasi la metà degli stipendi: secondo la relazione i percettori di un solo reddito da lavoro dipendente nel 2012 hanno ricevuto mediamente una retribuzione netta di 16.153 euro, a fronte di un costo del lavoro stimato in 31.719 euro).
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La pressione fiscale sul lavoro si abbassa se viene considerato il reddito di una famiglia tipo (l’aliquota media stimata è del 19,2%), ma non si tratta di un dato totalmente positivo, in quanto significa che ad una famiglia con un solo percettore paga, a parità di reddito familiare e di deduzioni e detrazioni, viene applicata un’aliquota media più alta rispetto allo stesso reddito guadagnato però da più componenti del nucleo famigliare.
L’Istat inoltre evidenzia come la pressione fiscale in Italia sia cresciuta di tre punti percentuali dal 2011 al 2012, mentre è costantemente diminuita negli altri paesi europei.