Renzi in una conferenza stampa di presentazione del DEF ha parlato di 1,6 miliardi di euro in più che l’Italia dovrà spendere e che in un secondo momento si capirà in che modo. Da dove arriva questo tesoretto che il premier stenta a chiamare così? Da una serie di stime finanziarie. In pratica sono soldi virtuali.
Matteo Renzi ha presentato il documento economico con il programma degli interventi del Governo per i prossimi anni. Nel DEF sono stati individuati 1,6 miliardi di euro, che arrivano dai conti pubblici e che non si ancora deciso come spendere. Un piccolo capitale che adesso bisognerà destinare ad una delle “emergenze del Paese.
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Non sono ancora stati calcolati alla perfezione ma ci sono già delle ipotesi di spesa: la CGIL per esempio dichiara che quei soldi andrebbero usati per l’occupazione mentre secondo la Lega Nord adrebbero spese per gli esodati. Eppure non tutti i partiti si sbilanciano così perchè in fondo non si sa nemmeno se esistano davvero.
Il dubbio nasce dal fatto che sono soldi legati a delle stime economiche, soldi virtuali che possono aumentare o diminuire di volume sulla base dei cambiamenti che interessano il nostro Paese. Perché sono 1,6 miliardi di euro? Il conto è presto fatto. Questi sono la differenza tra il deficit programmatico e il deficit tendenziale. Il primo è del 2,6% e il secondo del 2,5%.
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Quando queste due misure non sono identiche capita che il Governo debba aumentare le entrate e tagliare le spese se il deficit programmatico è inferiore a quello tendenziale, oppure capita che abbia più risorse a disposizione se si verifica la situazione attuale, quella in cui il deficit tendenziale è inferiore al deficit programmatico. La differenza è dello 0,1% del PIL, quindi 1,6 miliardi di euro.