Gli Stati Uniti d’America continuano ad influenzare l’economia globale. Del resto, la stessa economia degli USA risulta essere tra le principali del pianeta e di conseguenza gli effetti si riflettono in tutto il globo.
Nelle settimane passate, la difficile situazione legata allo shutdown avevano chiaramente sottolineato un’influenza negativa nei mercati nazionali ed internazionali. Il continuo e mancato accordo tra il partito dei Democratici e il partito dei Repubblicani ha chiaramente pesato su Piazza Affari e sulle principali borse del Vecchio Continente.
Dopo la difficile e tanto sentita questione dello shutdown è arrivato il Datagate a mettere in difficoltà i mercati e soprattutto i rapporti tra il Vecchio e il Nuovo continente. Infatti, l’intercettazione da parte dei servizi segreti americani sui leader europei ha creato delle difficoltà a livello mondiale.
La Borsa di Tokyo ha chiuso la settimana con la seduta decisamente in calo, un calo del 2,75%. Quest’ultimo calo arriva sulla vera e propria debolezza del dollaro, una debolezza che il dollaro sta evidenziando dietro allo yen che si è ritrovato a fare da zavorra i titoli dell’export in attesa degli annunci dei risultati di diverse società. L’aumento dell’inflazione non è riuscito a sostenere gli acquisti, un aumento dello 0,7% rispetto a quello che è un anno fa, ovvero settembre 2012. Sicuramente il trend ha soddisfatto il governo, una soddisfazione non significa che la deflazione, che continua a frenare il paese, sia giunta al termine. Le ultime dichiarazioni di Shinzo Abe marcavano che nel 2015 l’inflazione deve arrivare al 2%, un risulta non di certo indifferente ma chiaramente raggiungibile.
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