Molto positivi i dati sul mercato del lavoro negli Usa, che hanno mostrato a marzo un forte aumento degli occupati, più elevato delle aspettative.
L’economia americana lo scorso mese ha, infatti, creato 215 mila nuovi occupati, più del previsto aumento di 205 mila unità. Il tasso di disoccupazione, calcolato su una diversa base statistica, è salito al 5% dal 4,9% di febbraio. Gli economisti si aspettavano che restasse fermo al 4,9%.
A febbraio e a gennaio il numero di occupati è rimasto quasi invariato. A febbraio l’incremento è stato di 245 mila unità contro le +242 mila inizialmente previste e a gennaio gli occupati sono stati 168 mila in più contro i +172 mila inizialmente stimati. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato a marzo al 63%, il top da due anni, la paga oraria è salita dello 0,3% mensile a 25,43 dollari e del +2,3% su base annua. Mentre il numero di ore settimanali lavorate è rimasto fermo a 34,4.
E’ questo il segnale della robustezza dell’economia americana che potrebbe consentire alla Federal Reserve di alzare quest’anno in modo graduale i tassi di interesse. Il presidente della Fed, Janet Yellen, martedì scorso ha infatti detto che il rallentamento della crescita globale e il calo dei prezzi del greggio rappresentano un rischio al ribasso per le prospettive dell’economia Usa e ha aggiunto di continuare a considerare appropriato che gli esponenti dell’Istituto centrale “procedano con cautela negli aggiustamenti di politica monetaria”.
“I dati sul mercato del lavoro Usa probabilmente non freneranno la Fed nelle proprie decisioni di politica monetaria, anche se è inverosimile un’azione al rialzo sui tassi ad aprile”, ha commentato a caldo Alex Papi, strategist di Mps Capital Services, osservando come i dati confermino il trend di fondo sostanzialmente positivo. Inoltre, l’aumento al 5% del tasso di disoccupazione a marzo dal 4,9% di febbraio “è imputabile all’incremento del tasso di partecipazione, che è sui massimi da due anni e anche questo è un fattore positivo”. Invece “la dinamica salariale rimane ancora lontana dai livelli pre-crisi”, nonostante i salari siano saliti più delle attese. Probabilmente “la Fed vorrà assistere a un’ulteriore accelerazione”, ha concluso Papi.