La scadenza era stata fissata al 10 marzo 2014, ma l’Italia non ha rispettato questo termine e, quindi, ora l’UE passerà ai fatti, iniziando la procedura di messa in mora per l’Italia per il mancato rispetto della direttiva sui ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione.
A dirlo quest’oggi Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue.
Il problema del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione si sta facendo sempre più grave, dato che con questa mossa della Commissione UE si avvicinerebbe sempre di più l’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia.
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Le direttive UE in materia, infatti, prevedono il pagamento entro 30 giorni dall’emissione della fattura (in alcuni casi particolare il termine è di 60 giorni), mentre in Italia il tempo medio di pagamento si attesta sui 200 giorni, con picchi che arrivano anche fino a 1.200.
Tajani aveva già avuto un incontro con il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, il quale ha presentato al vicepresidente tutta la documentazione: i dati hanno allarmato il vicepresidente che ha dato disposizione per l’avvio delle pratiche necessarie per l’invio di una lettera di messa in mora all’Italia.
A poco sono serviti i pagamenti effettuati dalla Pubbliche Amministrazioni in questi ultimi mesi che, stando ad alcuni dati pubblicati di recente, hanno coperto solo una minima parte del debito finora accumulato: solo 20 miliardi di euro sui 71 del totale.
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Entra breve, anche se la data specifica non è stata ancora comunicata, l’Italia riceverà la lettera di messa in mora e se il Governo di Matteo non farà nulla di concreto entro tempi piuttosto stretti, si arriverà anche all’apertura della procedura di infrazione.