Durante il mese di agosto, il debito pubblico del nostro Paese è calato di 20,5 miliardi. Al momento si attesta intorno ai 2.148,4 miliardi, cifra differente rispetto ai 2.168 di giugno e luglio. Il dato, interno al bollettino Finanza pubblica, fabbisogno e debito della Banca d’Italia, è il risultato di una riduzione di 27,3 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro, scese, a fine agosto, a quota 82,4 miliardi, dopo aver sfiorato in giugno un picco di 105,2.
A rendere noti i dati sul debito pubblico è la Banca d’Italia all’interno del supplemento di finanza pubblica al bollettino statistico. Il calo ha più che colmato quello che è il fabbisogno mensile, pari a 6,9 miliardi. Ad agevolare la netta diminuzione hanno contribuito anche l’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione (BTPi). Nello specifico il debito delle amministrazioni centrali è diminuito di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,7 miliardi, mentre il “rosso” degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Durante i primi otto mesi dell’anno il debito pubblico è aumentato di 78,6 miliardi, per effetto sia del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (39,4 miliardi) sia dell’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (44,8 miliardi). Tuttavia ha inciso per 4,7 miliardi anche il supporto finanziario agli Stati dell’Eurozona: complessivamente dunque, la quota di competenza italiana era pari alla fine dello scorso agosto a 60,3 miliardi.
Secondo Bankitalia occorre dunque attribuire la flessione del debito pubblico ad una riduzione di 27,3 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine agosto a 82,4 miliardi; 46,4 ad agosto 2013), che ha più che compensato il fabbisogno del mese (6,9 miliardi); In sostanza, l’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei BTP indicizzati all’inflazione (BTPi) hanno contenuto l’incremento del debito per 0,1 miliardi.