Il Fisco in questi giorni aggiornerà la sua visione sui reati tributari, in virtù dello schema di decreto fiscale legislativo che attua la delega fiscale, il quale fissa la soglia di rilevanza penale al 3% del reddito evaso, tuttavia sarà applicabile solo ai casi relativi alle dichiarazioni fiscali infedeli (provocato da errori in buona fede o di interpretazione).
All’interno della riforma dei reati fiscali, il Governo Renzi in un nuovo articolo 19 bis statuisce che, per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile. Definita norma “salva-Berlusconi” , l’articolo in questione ha suscitato numerose polemiche per cui il premier Matteo Renzi fa tornare il testo dei decreti delegati sul Fisco, approvato lo scorso 24 dicembre, in Consiglio dei Ministri ai fini della necessaria revisione, prima dell’invio alle commissioni per i prescritti pareri. “Mi sono dato come scadenza il 20 febbraio, giorno del Consiglio dei ministri in cui porteremo tutti i decreti delegati pronti in materia fiscale” – ha dichiarato Renzi – “In quel Consiglio riporteremo anche il decreto già approvato il 24 dicembre”.
Ma il decreto fiscale in questione è più vasto. Le altre misure contenute nel provvedimento sono:
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abuso del diritto: si ha abuso del diritto quando si è in presenza di operazioni prive di sostanza economica che realizzano vantaggi fiscali indebiti come conseguenza principale dell’operazione.
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omesso versamento di Iva: aumentano le soglie di punibilità da 50mila a 150mila euro.
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dichiarazione infedele: la punibilità è prevista se ciascuna imposta evasa supera 150mila euro, contro gli attuali 50mila euro.
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rilascio/ emissione fatture false: introduzione soglia di 1000 euro.